giovedì 24 maggio 2012

Per noi donne, si sa, andare dal parrucchiere non è semplice.
Ci sono grossi problemi di comunicazione per cui ti ritrovi sempre insoddisfatta.
Noi siamo difficili da accontentare e abbiamo un caos assurdo nella testa, quindi non ci viene neanche facile spiegare come vogliamo i capelli.
I parrucchieri, poi, comunicano in un modo completamente diverso: chiedi un taglio ''pochissimi centimetri, mi raccomando! Elimina solo le doppie punte!''; e ti ritrovi con la chioma dimezzata, se ti va bene.
Io ho avuto anche il problema opposto, chiedo un taglio cortissimo, do carta bianca alla tizia: ''fai quello che ti pare, ma li voglio cortissimi'' e lei mi tagliò un paio di centimetri e basta.

Consapevole di tutto questo, mi son preparata, ho studiato e sono riuscita a decidere esattamente che tipo di colore volevo e come tradurlo nel linguaggio dei parrucchieri.
Sono entrati nel panico e hanno iniziato a discutere sul colore, sul riflesso, se fare o meno delle ciocche più chiare e io, fiera della mia opera, osservavo la scena.
Hanno continuato a discutere anche dopo aver concluso la seduta e ci eravamo dichiarati tutti soddisfatti.

Un giorno porterò dal parrucchiere una copia della Testa Fonseca e gli chiederò di riprodurmi l'acconciatura.


martedì 22 maggio 2012

Sto impazzendo, non sono abituata a questi cambi; pioggia, vento, sole, nuvole, freddo, caldo.

Domani torno a casa, si spera in un clima migliore.

giovedì 17 maggio 2012

Sto passando le mie giornate alternando lo studio di materie diverse, per decidere quali esami dare: questo è il periodo di geografia culturale.
Una fabbrica di ovvietà.

Oggi pensavo ai particolari, io parlo poco, ma penso molto e osservo.
Osservo tutto quello che mi accade intorno e tendo a memorizzare ogni minimo particolare, mi piace, adoro analizzare e riflettere sul mondo che mi circonda.
Purtroppo quando ''osservo'' non credo di avere un'espressione particolarmente sveglia.
Poi, sono una ragazza e se qualcuno si mostra attento a dettagli che mi riguardano, mi sciolgo.
Come quando ricevo un complimento e rispondo, orgogliosa, ''lo so, non c'è bisogno che me lo dici'', mentre la mia faccia diventa bordeaux.

In questi giorni ho una nausea terribile.
Voglio una piantina di basilico da tenere in camera.
Torno a studiare.

sabato 12 maggio 2012

Non amo particolarmente le sculture, ma l'Ebe di Canova è una delle poche opere che amo.
Ogni volta che la guardo prende vita e inizia a camminare e saltellare.
Anche io, qualche volta, provo a saltellare, trascurando il fatto che non ho equilibrio e che sono terribilmente maldestra, finendo con il distruggere tutto quello che ho attorno.

Dovremmo girare tutte con le tette al vento.





martedì 8 maggio 2012

Il piede enorme

Oggi sono particolarmente rincoglionita.
Quando non riesco ad organizzare la mia giornata vado nel panico e finisco con l'essere ricoglionita tutto il giorno.
Questa mattina, appena sveglia, ho scoperto che le lezioni sarebbero iniziate in meno di un'ora; sono stata costretta a condensare in venti minuti quello che faccio in un'ora e mezza, non è stata una bella esperienza. Non ci sono abituata.
Tra l'altro la colazione fatta di corsa e relativamente presto mi ha provocato una terribile nausea che mi ha accompagnato allegramente per tutta la giornata.

Non amo affatto gli imprevisti, più che altro mi mettono di cattivo umore, ho quasi rovesciato il caffè addosso al tizio della pompa (che mi tendeva un agguato dietro un muretto) e quasi distrutto il mio iPod che non voleva connettersi ad internet.

Quanto odio i supermuscolosi della mia palestra. Quelli che girano per la sala sollevando pesi e urlando.
Oggi uno mi ha chiesto se gli cedevo i miei (modestissimi) pesetti per un po', se li porta e sta dieci minuti ad aggiustarsi i capelli.
Che poi, loro sono alti, grossi, muscolosi e io mi sento, non so, un folletto.
Un folletto con un piede enorme.

domenica 6 maggio 2012

Mi serve una bici, ne ho bisogno. Voglio potermi spostare liberamente senza dipendere da nessuno.
Dopo aver convinto me stessa inizio a parlarne in giro e mi è stato risposto:
- Ma non sai camminare per strada, già quando sei a piedi sei un pericolo pubblico.
- Ma sai quanto smog che respireresti? Arrivi giusto giusto all'altezza della marmitta delle macchine.
- Ma guarda che poi resti di nuovo in mutande per strada.

Ecco, era un ricordo che avevo felicemente rimosso.
Tutta colpa della mia passione per le gonne lunghe; ne avevo tantissime e fino a qualche anno fa, d'estate le indossavo ogni giorno.
Non so se capita solo a me, ma a volte faccio delle cose, rendendomi conto di andare incontro a qualcosa di infelice e ignorando le possibili conseguenze.

Mi dicono: ''Harley, che ne dici di fare un giro in bici?''
Non so, di solito sono pigra, non andavo in bici da anni, ma accettai. Prendo la bici e mi immagino con i capelli e la lunghissima, adorata gonna al vento.
Nella mia immaginazione ero davvero figa, lo ammetto.
Poi accadde l'inevitabile: quasi cado, rimanendo con la gonna all'altezza delle ginocchia e la ruota della bici foderata di tessuto arancione.
Torno a casa a piedi, con la bici sollevata quasi sulla testa per tenere la gonna su.

Mi chiedo ancora perché nessuno mi abbia scattato una foto.




venerdì 4 maggio 2012

martedì 1 maggio 2012

Musica, parliamo di musica, parliamo di quella simpatica domanda che si pone quando stai conoscendo una persona: ''che musica ascolti?''.

Ecco, io di musica non ci capisco niente, cerco di cavarmela dicendo i due gruppi che ascolto, ma come, solo due gruppi? Sì, due gruppi e poco altro, sono banale, lo so.
Poi spiego che non mi interessa, che non so distinguere i generi e che potrei vivere tranquillamente senza.
Vergogna Harley, vergogna!

A volte penso di essere semplicemente pigra, perché poi quando sono con qualcuno che di musica se ne intende, o crede di intendersene, prendo appunti, ascolto canzoni nuove e spesso mi piacciono anche.
Se qualcuno mi ispira fiducia prendo appunti su tutto, musica, giochi, libri, film.
Non parliamo di film, ho una lista chilometrica di film da vedere; ma qui il problema è che quando guardo i film voglio star comoda e questo significa che dopo venti minuti mi addormento (mi è successo anche al cinema).

Qui si muore di caldo e ci sono le zanzare, domani, che tornerò nei pressi dell'università, ci sarà anche tantissima umidità.