venerdì 30 marzo 2012

Ariosto ci aveva preso. Aveva ragione!

Quanto odio i fidanzati gelosi.


Fu già un pittor, Galasso era di nome,
 che dipinger il diavolo solea
con bel viso, begli occhi e belle chiome;

né piei d’augel né corna gli facea,
né facea sì leggiadro né sì adorno
l’angel da Dio mandato in Galilea.

 Il diavol, riputandosi a gran scorno
se fosse in cortesia da costui vinto,
gli apparve in sogno un poco inanzi il giorno,

e gli disse in parlar breve e succinto
ch’egli era, e che venia per render merto
de l’averlo sì bel sempre dipinto;

però lo richiedesse, e fosse certo
di subito ottener le sue domande,
e di aver più che non se gli era offerto.

Il meschin, ch’avea moglie d’admirande
 bellezze, e ne vivea geloso, e n’era
sempre in sospetto et in angustia grande,

pregò che gli mostrasse la maniera
che s’avesse a tener, perché il marito
potesse star sicur de la mogliera.

 Par che ’l diavolo allor gli ponga in dito
uno annello, e ponendolo gli dica:
"Fin che ce ’l tenghi, esser non puoi tradito".

Lieto ch’omai la sua senza fatica
potrà guardar, si sveglia il mastro, e truova
che ’l dito alla moglier ha ne la fica.

Questo annel tenga in dito, e non lo muova
mai chi non vuol ricevere vergogna
da la sua donna; e a pena anco gli giova,

pur ch’ella voglia, e farlo si dispogna.



Più chiaro di così. Invece di stare a chiedervi se siete traditi dal vostro partner e tormentarvi con inutili problemi. 
Ecco, scopate! 
Una sana scopata risolve tutto. Altro che terapia di coppia (che mi sa tanto di ''accanimento terapeutico'' ma va be').






giovedì 29 marzo 2012

O chiusa.

Parliamone. Quanto è insopportabile la "o" chiusa?

Detestavo, a scuola, sentire i miei compagni che, durante le interrogazioni, usavano paroloni per sembrare vagamente intelligenti e mi piazzavano o chiuse ovunque.
Una volta la mia ormai ex-CDB mandò a puttane un'interrogazione per usare una o apertissima (o chiusissima diventa o apertissima).

Però dieci anni di o chiusa mi sono utili ora che sto studiando tedesco.

Che truia!

lunedì 26 marzo 2012

A volte ritorna l'odio verso Facebook.
Facebook ultimamente lo uso solo per chattare con mia madre e per organizzare le mie giornate con le mie colleghe.

Nei tempi morti mi capita di scorrere la pagina di FB con disinteresse, in attesa di qualcosa di interessante.
E che palle ste frasi falso-moraliste sui bambini disabili, sui bambini africani, sui bambini malati.
Sono banali, banalissime, scontate, non servono a nulla.

Ma non mi va di polemizzare, oggi ho preso il sole, o meglio, i miei infiniti piedoni hanno preso il sole.
Ho preso il sole alla fermata dell'autobus. Per un'ora.
Alla fine, che ve lo dico a fare, non è passato mica, l'autobus.
Son passati, invece, tanti allegri signori, vecchi, giovani, muratori, ciclisti che non hanno perso occasione di fissarmi.
Oserei dire, per il gusto di fissare, che poi, oggi ho messo  una maglia balorda che, fino a che stai in casa sta su perfetta, poi appena uscita inizia a calare, calare, calare, lasciando un'ampia, ampissima scollatura.
E io con le scollature non son mai a disagio, ma ho ancora un briciolo di pudore, quindi son stata tutto il tempo a tener ferme le spalline affinché stessero su.
Stavo attentissima a tenere tutto in ordine, non mi guardavano perché avevo le tette al vento.

Vi lascio con il gruppo di Atena e Marsia e torno a fare il mio dovere. Cioè studiare. Leggere.

Starei ore a guardare Atena, è praticamente perfetta. Tralasciando tutti gli infiniti discorsi sul periodo, sullo stile, su ''ma è una copia, non è l'originale'', è stupenda e tanto mi basta.

domenica 25 marzo 2012

Il Moscoforo.
Quanti adorabili ricordi, mio caro Moscoforo?
Chiunque sia un minimo appassionato di archeologia, non può non conoscerlo.
Quante volte ti ho maledetto, quando cercavo di disegnarti, mio caro Moscoforo?
E qui ci starebbe bene la mia foto da quindicenne moscofora con tanto di sorriso arcaico.
Ma ve la risparmio.

Come ho fatto a non rendermene subito conto?
Son finita a studiare archeologia quasi per caso, eppure mi sembra di aver sempre saputo che il mio destino sarebbe stato questo. Che già mi vedo armata di cazzuola e bustine alimentari (ma niente frusta, cappello, né terribili tombe maledette)


sabato 24 marzo 2012

A volte vorrei essere un uomo.
Ecco, per provare a fare la pipì in piedi e per sentire cosa si prova a ricevere una pompa (tipo ricerca sul campo, in modo da diventare anche più efficiente).

Un uomo alto, così ci aggiungiamo anche il vedere il mondo da un'altra prospettiva.

venerdì 23 marzo 2012

Ti voglio bene

Quando ero ancora una bimba (ora sono ufficialmente un'adulta, yeah!) ero più o meno innamorata di questo tizio, troppo grande e troppo lontano per me, che non perdeva occasione di ripetermi quanto fossi immatura, anonima, stupida.
Poi di tanto in tanto mi chiedeva se gli volessi bene. Io gli rispondevo di sì.

In realtà era solo un modello che volevo seguire, tanto che ogni azione era preceduta da una domanda ''lui approverebbe? lo farebbe?''.
Ma, insomma, ero innamorata, e quando un giorno mi disse che non voleva più sentirmi ci rimasi malissimo.
Promisi a me stessa che non avrei mai più detto ''ti voglio bene'' a qualcuno, almeno non subito.

E infatti da allora l'avrò detto a tre o quattro persone, le uniche (ma ho un paio di persone sulla buona strada per il ''ti voglio bene'') che son riuscite a guadagnare la mia fiducia.
Io amo e amo amare, non conosco mezze misure, o amo o odio.
Mi viene difficile ammetterlo, ma lo dimostro.
Ormai non dico più ''ti voglio bene'' per far piacere a qualcuno, lo dico solo per me.
Lo dico per minacciarmi, perché non sono molto brava a conservare le ''amicizie''.

Ma voi mi ci vedete in palestra, mentre cerco di arrampicarmi su degli altissimi attrezzi?
Certe volte mi sento particolarmente gnoma.
Ho le tette che si gonfiavano e si sgonfiavano. Ora con la pillola si stanno solo gonfiando.
E la cosa non mi piace.
Ditemi quello che volete, io stavo bene nella mia seconda di qualche anno fa, ho un rapporto di odio-amore con il mio seno.
Ora mi fa anche male. Non è una cosa bella.


giovedì 22 marzo 2012


A volte vorrei non dovermi perdere nulla...
Eppure siam sempre costretti a rinunciare a qualcosa!

martedì 20 marzo 2012

Psicanalizzando

Quanto odio la gente che cerca di interpretarti.

Non so, è diventata una moda.
Fino a qualche anno fa c'erano i messaggi subliminali nei cartoni animati della Disney, oggi son tutti alla ricerca di messaggi subliminali in quello che dici o fai.

Una volta, una persona mi fece notare che ero una persona potenzialmente cattiva, che tutti lo eravamo, perché che ne sapevamo, noi, se qualcuno ci amava in segreto? Che ne sapevamo se, senza farlo volutamente, avevamo fatto soffrire qualcuno?
In effetti l'osservazione non è sbagliata (io ero innamoratissima della carogna di cui sopra e lui faceva finta di non saperlo), ma io osservai (e mi maledivo) che non era colpa dell' ''amato'' se l' ''amante'' non diceva nulla o non faceva nulla per dimostrare il suo amore.

Insomma, il discorso è simile.
Pensateci, se una cosa è importante, perché non dirla subito? Non è controproducente cercare di nasconderla ma di fare in modo che l'altro sospetti che ci sia qualcosa di nascosto, eccetera eccetera?
Che poi non sempre chi ci è di fronte è così sveglio da intuire che c'è qualcosa di più dietro un gesto o una parola.




sabato 17 marzo 2012

Mi sento piena di sfumature.
Non so se son io che non sono normale, ma certe volte ho comportamenti estremamente contraddittori tra loro.

Ecco perché detesto che la gente mi dica come sono.

Siamo mica statici, non possiamo comportarci allo stesso modo con tutti e in tutte le situazioni.

Io parlo poco e sono timida. Timidissima.
Eppure in qualche caso mi son trovata a chiacchierare con gente appena conosciuta senza mostrare alcun segno di imbarazzo o di conigliaggine (i conigli si nascondono, io anche.).
A volte sono menefreghista e acida, a volte estremamente fastidiosa, a volte smielata e tenera.
A volte sono seria e composta, due minuti dopo saltello allegramente.
Da piccola giocavo con le barbie, ma custodivo gelosamente una cesta piena di personaggi di cartoni animati ''da maschi'' (un bustone con i personaggi dei cavalieri dello zodiaco, avevano anche le armature di metallo.).
La fabbrica dei mostri, quanto era bella la fabbrica dei mostri?

Ho sempre cercato di non essere.
Potrei dire di non voler essere neanche ''donna'' -ma neanche ''uomo'', sia chiaro!-.
Perché cerchiamo sempre di etichettarci, di porre dei limiti? Io la trovo una cosa senza senso.
Io mi sentirei in gabbia, dovendo decidere di essere qualcosa, è già tanto faticoso essere me, purtroppo non credo di potermi liberare da me stessa.

Il punto è (questo doveva essere un post breve, come al solito mi lascio prendere dai miei discorsi assurdi) che di solito ci si chiede ''come sei? descriviti!'' e si parte nel 99% dei casi con ''sono solare''. Che significa solare? Mi chiedo.
Comunque, io odio le descrizioni.
Che poi finiscono sempre per essere tutte uguali.
C'è chi dice ''sono carino, dolce e simpatico'' e chi dice ''sono stronzo, paranoico e acido''.
Non c'è niente di peggio delle descrizioni. Sono solo falsità che, tra l'altro, non ci migliorano neanche, riducendo la nostra personalità a 3-4 aggettivi.

Ho ripreso la pillola anticoncezionale.
Un applauso, grazie.



giovedì 15 marzo 2012

Mais... boum!
Quand notre coeur fait boum
Tout avec lui dit boum
Et c'est l'amour qui s'éveille

Ecco, mi sento ''boum''!
Per diversi motivi, tanti motivi.
Ecco mi viene in mente Jacopone da Todi, che non è che mi stia tanto simpatico, però in qualcosa ci aveva visto giusto:

O jùbelo del core,
che fai cantar d’amore!

Quanno jùbel se scalda,
sì fa l’omo cantare;
e la lengua barbaglia
e non sa che parlare:
dentro non pò celare,
tanto è granne ’l dolzore!

Quanno jùbel è acceso,
sì fa l’omo clamare;
lo cor d’amore è appreso
che non pò comportare;
stridendo el fa gridare,
e non vergogna allore.

Quanno jùbelo ha priso
lo cor ennamorato,
la gente l’ha ’n deriso
pensando suo parlato,
parlando smesurato
da che sente calore.

O jùbel, dolze gaudio,
ched entri ne la mente,
lo cor deventa savio
celar suo convenènte;
non pò esser sofferente
che non faccia clamore.

Chi non ha costumanza
te reputa ‘mpazito,
vedendo svalianza
com’om ch’è disvanito:
dentr’a lo cor ferito
non se sente da fore.

Ecco, volevo metterne un pezzo, ma non avrebbe reso l'idea.
Ancora una volta tralascio tutti quei dettagli che si possono tranquillamente trovare in qualsiasi libro di letteratura italiana.
In ogni caso, questa poesia rende in modo molto efficace il mio stato d'animo.
Sarà la primavera.



martedì 13 marzo 2012

Allegoria del Trionfo di Venere

E' inquietante ma bellissimo.
E' un dipinto di Agnolo Bronzino, Wikipedia mi dice, pittore manierista del primo Cinquecento.
Come da titolo, è un'allegoria, ma non starò qui a fare una lezione di storia dell'arte, quindi se volete saperne di più vi rimando ad un buon libro oppure fatevi una ricerchina su Google.

Che brutto mondo che viene descritto.
Un mondo bellissimo, che sfiora la perfezione. Ma brutto dentro.
Adoro l'espressione del puttino dietro Venere: è grottesca su un viso che, invece, dovrebbe essere così innocente.

Penso a quanto sia attuale tutto questo. Quante volte cerchiamo di dimostrare agli altri di avere una vita praticamente perfetta, nascondendo dietro un telo l'effettiva realtà?
Non so perché cerchiamo sempre di cambiare quello che siamo realmente, sempre convinti di non andar bene agli altri.
Io sono convinta che, alla fine, chi ci circonda se ne frega poco di quello che siamo o di quello che facciamo, soprattutto se non ci nascondiamo dietro un idillico e falso siparietto che maschera il nostro vero essere.
Tutti hanno pregi, difetti, a volte sono felici e a volte sono tristi, abbiamo momenti di gioia e molto spesso non mancano i problemi, mostrare di avere una vita perfetta è irreale ma soprattutto non ci rende preparati alle difficoltà.



lunedì 12 marzo 2012

Mi capita sempre.

Quando mi fisso con qualcosa, penso continuamente e inizio a discutere con me stessa, intavolando discorsi senza fine nella mia testa.

Ieri sera mentre guardavo una galleria di immagini, mi è venuto in mente questo:


Guardando questo quadro, ho sempre avuto la stessa sensazione.

Mi sento persa.

Sento il caos attorno a me. 
E' come se fossi circondata da milioni di persone sconosciute.
Mi sento isolata da tutto e da tutti, in mezzo al caos.


domenica 11 marzo 2012

Galleggiare.

Galleggio e penso.

Anzi, immagino di galleggiare e penso; sotto il sole, in silenzio.

E' Sabato...

E' sabato e io sto a casa e rifletto.

Rifletto sul riflettere in realtà, perché molte volte mi perdo proprio tra i miei pensieri, ma poi ne esco e me ne distacco come se non fossero miei.
Decisione presa con difficoltà, quella di rendere, per una volta, questo diario, partecipe di un mio pensiero.
Non scrivo per sfogo, per scaricare la tensione, per rilassarmi.
Scrivo per il piacere di scrivere.
Perché, non so se si vede, scrivere mi piace tanto, ma non lo faccio quasi mai; forse in un altro momento approfondirò la cosa, per ora non mi va.

Narcisi, volevo parlare dei narcisi.
Ero da sola e girovagavo tra le piante in esposizione all'ikea quando mi son trovata di fronte a una ventina di narcisi gialli. Bellissimi.
Il giallo, tra l'altro, è un colore che proprio non mi piace, ma quanto è bello il giallo dei narcisi?

Inutile dirlo, ho subito pensato a ''I wondered lonely as a cloud'' ritornando indietro nel tempo di un anno, più o meno, quando ripetevo le sensazioni e le emozioni che il nostro William era riuscito a esporre in così poche parole,  frasi che tentavo disperatamente di imparare a memoria per l'interrogazione di inglese e che non mi davano nessuna emozione.

Io a scuola ho imparato poco. Quasi niente, oserei dire. Forse perché tutto quello che mi interessa, lo imparo da sola.
A scuola non si può imparare a provare emozioni.

Non penso che mi capiterà mai di vedere un campo di narcisi, chissà se esistono davvero e se davvero sono così belli.
Descrivere un'emozione non è facile, io sono molto poco abile in questo. Come facevi, Willy?
Mi son sentita leggera, leggerissima, ho chiuso gli occhi, sentivo una dolce melodia, un profumo fresco e tanta confusione nella mia testa.
Immaginavo tante sensazioni diverse e pensavo a come una semplice poesia potesse provocarmi tutto questo. Non ricordavo neanche le parole, o meglio, ricordavo qualche parola e una serie di immagini, suoni e profumi che la mia mente aveva immaginato mentre studiavo, quando si distraeva e viaggiava per conto suo, dimenticando che ''era tardi e dovevo finire al più presto''.

Dare ordine ai miei pensieri è impossibile. Scriverei ancora, ma sarebbero frasi sconnesse tra loro.
E' una cosa che faccio spesso, vengo anche sgridata, mi dicono che cambio discorso senza motivo.
Riesco a mantenere l'ordine fino a quando voglio mostrarmi solo superficialmente, un po' come quando si nasconde tutto il disordine dentro l'armadio in attesa degli ospiti.

Buonanotte.