domenica 11 marzo 2012

E' Sabato...

E' sabato e io sto a casa e rifletto.

Rifletto sul riflettere in realtà, perché molte volte mi perdo proprio tra i miei pensieri, ma poi ne esco e me ne distacco come se non fossero miei.
Decisione presa con difficoltà, quella di rendere, per una volta, questo diario, partecipe di un mio pensiero.
Non scrivo per sfogo, per scaricare la tensione, per rilassarmi.
Scrivo per il piacere di scrivere.
Perché, non so se si vede, scrivere mi piace tanto, ma non lo faccio quasi mai; forse in un altro momento approfondirò la cosa, per ora non mi va.

Narcisi, volevo parlare dei narcisi.
Ero da sola e girovagavo tra le piante in esposizione all'ikea quando mi son trovata di fronte a una ventina di narcisi gialli. Bellissimi.
Il giallo, tra l'altro, è un colore che proprio non mi piace, ma quanto è bello il giallo dei narcisi?

Inutile dirlo, ho subito pensato a ''I wondered lonely as a cloud'' ritornando indietro nel tempo di un anno, più o meno, quando ripetevo le sensazioni e le emozioni che il nostro William era riuscito a esporre in così poche parole,  frasi che tentavo disperatamente di imparare a memoria per l'interrogazione di inglese e che non mi davano nessuna emozione.

Io a scuola ho imparato poco. Quasi niente, oserei dire. Forse perché tutto quello che mi interessa, lo imparo da sola.
A scuola non si può imparare a provare emozioni.

Non penso che mi capiterà mai di vedere un campo di narcisi, chissà se esistono davvero e se davvero sono così belli.
Descrivere un'emozione non è facile, io sono molto poco abile in questo. Come facevi, Willy?
Mi son sentita leggera, leggerissima, ho chiuso gli occhi, sentivo una dolce melodia, un profumo fresco e tanta confusione nella mia testa.
Immaginavo tante sensazioni diverse e pensavo a come una semplice poesia potesse provocarmi tutto questo. Non ricordavo neanche le parole, o meglio, ricordavo qualche parola e una serie di immagini, suoni e profumi che la mia mente aveva immaginato mentre studiavo, quando si distraeva e viaggiava per conto suo, dimenticando che ''era tardi e dovevo finire al più presto''.

Dare ordine ai miei pensieri è impossibile. Scriverei ancora, ma sarebbero frasi sconnesse tra loro.
E' una cosa che faccio spesso, vengo anche sgridata, mi dicono che cambio discorso senza motivo.
Riesco a mantenere l'ordine fino a quando voglio mostrarmi solo superficialmente, un po' come quando si nasconde tutto il disordine dentro l'armadio in attesa degli ospiti.

Buonanotte.

Nessun commento:

Posta un commento