martedì 20 novembre 2012

Stranezze

Stanno succedendo cose.

Sto pubblicando degli articoli (due, per ora) su una webzine.
Come ci son finita dentro non l'ho ben capito, fino a venti giorni fa neanche sapevo cosa fosse, una webzine.
Tutti mi dicono che son brava, che scrivo bene, che a vent'anni, cosa vuoi di più?

Io sono ancora convinta che sia tutto un simpatico scherzo.

domenica 14 ottobre 2012

Ho così tante cose da fare.

Seguire i corsi non è mai stato così difficile, né così divertente.
Le prime difficoltà iniziano la mattina, quando ti svegli e hai delle occhiaie nere; non bevi, non esci, dormi tanto, ozi tanto, vai a letto presto; mi sembra giusto.
Ho iniziato a prendere la macchina e a guidare nel traffico. Odio guidare, mi hanno obbligato a  prendere la patente, era il mio regalo per i 18 anni, dicevano.

Sto aspettando che il forno finisca di cucinarmi le mie polpettine di ceci, i miei falafel al forno, il mio pranzo per domani, sperando che non sappiano eccessivamente di cipolla o aglio.
Il pranzo fuori è sempre una tragedia, odio i panini, al momento non tollero la carne e ho una voglia disperata di pesce. Ho voglia di pesce persico; quanto lo amo.
E' un periodo strano, in cui non so bene cosa voglio, sto diventando viziata.
Domani farò colazione con del passato di verdure, credo.

Sto cercando una stanza vicino all'università e alla palestra, c'è poca scelta, probabilmente finirò con il dividere la casa con delle ragazze dell'erasmus; già mi sento una straniera qui, una professoressa si è quasi messa a piangere quando ha saputo che venivo da un'altra regione.

Io e Joker siamo in aperto conflitto: Borderlands Vs X-Com.


venerdì 28 settembre 2012

domenica 16 settembre 2012

Le solite giornate strane in cui non so cosa voglio e ho sbalzi d'umore.
Mercoledì ho fatto shopping, evviva lo shopping, mi rallegra. Di solito.
Abbiam comprato una webcam, la webcam è la mia maledizione. Io non la uso per videochat o videochiamate. Io mi ci faccio le foto sceme; questa, poi, ha anche il programmino scemino con gli effettini.
La fine.
Ho preso anche una minigonna, mai piaciute le minigonne, quelle di jeans non le sopporto. Ma io non sopporto il jeans in generale. Le minigonne di jeans sono la cosa più volgare che esista, per non parlare dell'evidente scomodità.
La mia minigonna non è di jeans, ovviamente.
Ho comprato delle lenti a contatto colorate, ma ho deciso di non indossarle prima di essermi assicurata che non contengano atropina, sono allergica all'atropina.
Questa cosa dell'allergia mi sta mettendo ansia, devo assicurarmi di non avere altre intolleranze o allergie.

Atropina virtuale

giovedì 13 settembre 2012

Stasera volevo leggere, ma quanto è difficile decidere che libro iniziare?
Da piccola leggevo tanto, soprattutto la sera, non credo di aver mai amato la televisione, odiavo star ferma a guardare.

''PiccolaHarley stai ferma! Hai le pulci?''
''No, ho i pulcini!''

Leggevo di tutto, andavo a periodi: fumetti, enciclopedie per bambini, il libro di Tutankhamon - quanto era figo!-, fiabe, Harry Potter -mi son fermata al quinto libro- e adoravo i libri presi in biblioteca, come tutte le cose non mie, avevano un certo fascino.
Un'estate ho divorato un'enciclopedia sulla vita di coppia, quattro libroni rossi enormi, sapevo esattamente come funzionava un orgasmo anni prima di provarne uno, potevo spiegare come trovare il punto G e come funzionava un'erezione.
Mia cugina, quella troia, che a undici anni conosceva già l'anatomia maschile per esperienza, mi spiegava che il pene stava nelle mutande con la punta verso l'alto. Com'è possibile? Me lo spiegò la grande enciclopedia rossa.

Il passaggio infanzia-adolescenza è stato il buio (io, tra l'altro, al buio proprio non ci vedo, barcollo e sbatto).
Pensi: è l'adolescenza, pensi ai ragazzi, a uscire, agli amici.
No: gli altri pensavano a quelle cose, io volevo stare nel mio mondo cartaceo, ma non si poteva, perché mica si può stare a oziare tutto il giorno?
Leggere equivaleva ad oziare. Chi ozia non piglia peni, si sa. Ma io volevo oziare!
Probabilmente avrei continuato a stare con il naso sui libri, il problema pratico era lo stare sempre fuori casa e la scuola che non andava benissimo, non per i miei standard.
Durante il liceo non ho letto molto, c'erano alcuni periodi in cui divoravo libri; quanto ho amato Stendhal? Quanto lo amo?
Ho iniziato a comprare libri su libri che devo ancora leggere; quello che mi viene difficile è scegliere libri che non siano dei classici, sui classici si va sempre a colpo sicuro.
Le librerie consigliano male, consigliano il libro più redditizio.
''Guarda, questo è bellissimo! Son state vendute xmila copie in un mese!''
Bei cazzi.



sabato 8 settembre 2012

Cose...

In questo periodo mi sento una scimmia. Più del solito, direi.
Saltello da una parte all'altre della stanza, cambio discorso senza motivo, salto da un'idea all'altra, da un umore all'altro.
Cerco di trattenere la mia curiosità scimmiesca. Potrei chiedere anche il colore delle mutande, potrei chiedere di tutto ed è una cosa irritante perché sono terribilmente curiosa ma anche riservata, quindi non sono abile a soddisfare la curiosità altrui. Di solito risolvo il problema cambiando discorso o rispondendo in modo vago.

Voglio comprare una parrucca viola a caschetto.
Ho le sopracciglia incolte, sembro una bambina, ma ho vent'anni ora, son grande. Son vecchia.

Sto andando in palestra vestita da clown, leggins fuxia, canotta rosa salmone, scarpe a fiori; me ne vado in giro vestita in modo indecente e sono felice. Un po' meno felice quando vengo presa in giro per le mie arrampicate sugli attrezzi.
Che poi io sono gnoma, ma ho le gambe lunghe, è il busto che è corto. Esultiamo, almeno se metto delle scarpe con il tacco sembra che son alta davvero e non somiglio ad un folletto sui trampoli.

I miei pochissimi capelli mi han fatto perdere il biglietto gratis di Ribelle - The Brave; che i ricci potevo farmeli, ma ne venivano quattro, tipo.
Ho bisogno di fare shopping.


lunedì 27 agosto 2012

Sto cercando di dimenticare che sul letto c'è l'imponente Ziolkowski che mi guarda minaccioso e seducente al tempo stesso.

Ieri ho cercato di domare la mia folta chioma che voleva essere ramata e che ora da molto sul biondiccio, volevo fare qualche ricciolo con il ferro e me lo son dato in fronte; ed era sui 200°.
Ho festeggiato il mio compleanno festeggiando il figlioletto di una mia cugina troia-che-dice-di-aver-messo-la-testa-apposto.
Aperte le scommesse sul tempo che passerà prima che riprenda a fare la troia in giro.

Ho scoperto di aver paura delle statue che le chiese portano in processione.
Quelle orribili, con il viso lucido e la vernice sbeccata qua e là e gli occhi che fissano il vuoto e la gente in adorazione.
Mi fa paura anche la processione e i canti, i canti li odio, odio le vecchie stonate.
In questi giorni ho incrociato un paio di processioni e mi son nascosta nei vicoli, terribile.
Si aggiunge alla lista delle mie assurde fobie.

Qui c'è fresco, il vento pugliese ha dato il meglio di sè oggi.
Sto usando gli assorbenti interni e sono fiera di me.










giovedì 2 agosto 2012

La penna del potere

Ogni volta che devo parlare in pubblico non riesco a sentirmi a mio agio se non ho con me una penna.
La uso per prendere appunti, firmare, ma, soprattutto, per gesticolare.
La agito, faccio scattare la punta oppure tolgo e rimetto il tappo, ci arrotolo attorno le dita o viceversa, la faccio roteare.
Alcune le ho anche spezzate.
Non amo gesticolare con le mani, ma è diventato quasi indispensabile farlo con la penna.
Tra l'altro è anche poco elegante, ma mi aiuta a controllare la mia timidezza nel parlare e l'esuberanza che viene dopo, quando mi rimane poco tempo ed ho così tante cose da dire.
Poi puntualmente la penna mi vola via, cade, rimbalza, finisce addosso a qualcuno. Ma ritorna sempre nelle mie mani a darmi la sicurezza di cui ho bisogno.

Ho appena investito Branca con la sedia, gli ho fatto fuori una bella ciocca di peli.
Branca è il mio gatto e si stava scopando la mia scarpa.

martedì 31 luglio 2012

Il treno

Siamo alle solite, i viaggi in treno, anche se di poche ore, sono sempre stressanti.
Usciamo di casa alle 16.30, dobbiam prendere l'autobus, io porto la valigia con i libri, la trascino e mi trascino.
Arriviamo alla stazione degli autobus,  ho il braccio sinistro dolorante, fa caldo, mi sudavano anche le tette (si spera in un dimagrimento localizzato).
Prendiamo un autobus fantasma, nessuno lo conosceva, nessuno sapeva gli orari, ma era lí, stava per partire e portava alla stazione, ci bastava.
Sull'autobus c'è un tizio con una giacca e un pantalone pieni di brillantini che si fa delle foto con il cellulare, una signora grassa con i capelli all'aria e i peli neri, lungi e ricci sulle braccia che grida al telefono.
Arriviamo in stazione con due ore di anticipo, ci rifugiamo in un bar, poi su una panchina. Accanto a noi c'è una coppia di tedeschi, lei si allaccia la scarpa con il culo in faccia al compagno, io mi rendo conto del fatto che sono alta quanto una gamba del tedesco, come quando ho realizzato di essere alta quanto il culo delle brasiliane del carnevale estivo. Profondo sconforto.
Sul treno sono seduta di fronte a due spagnoli, inizio a osservarli, mi convinco che sono due Padawan, hanno la treccina e fanno dei movimenti strani e snobbano un gruppo di ragazze con la minigonna, poi noto che la treccina di uno dei due è solo una collana brutta. Si guardano dolcemente e si fanno delle foto, niente Forza, erano gay.
Leggo qualche pagina dell' Orlando Furioso e rido fino alle lacrime, poi basta, arriviamo e cerchiamo un vagone da cui si possa scendere, visto che nel nostro le porte erano bloccate.
Tutto questo è successo Sabato, ora sto cercando di riprendermi da due estenuanti giornate di shopping.

giovedì 26 luglio 2012

Ho dimenticato di dire, nel post precedente, che Mirandolina è una mistress.
Sono in piena fase ozio e mal di stomaco. Sanguino.
Mi sveglio alle 6 e vado a letto alle 22, vorrei mangiare una pizza prima di andare in vacanza, ma la vedo dura in queste condizioni.

Ho ripreso a studiare dizione, cerco di perfezionarmi, tutti mi chiedono ''ma come parli strano, di dove sei?'', potrei rispondere una città italiana a caso, replicano tutti ''ah, si sente!''.
Che poi è un'arma a doppio taglio, perché ti rendi conto che tutti parlano in modo orribile, tipo la professoressa di filologia che sostituisce la S con un' odiosissima SH, shcuola, shparisci, shtorto; meno male che non ho esami di filologia nel piano di studi.

Vado in vacanza, cioè torno a casa mia, poi non so se mi trascinano da qualche parte o se resto con i gatti.

VOGLIO LA PIZZA.




martedì 24 luglio 2012

Sembra sempre che vada tutto male e invece, va sempre tutto bene.

Finalmente l'ultimo esame di Luglio è andato, mi mancheranno i miei libroni e i miei quadernini e i testi da parafrasare.
Nello specifico oggi ho parlato di donne che perdono fascino dopo essere state sverginate e di dita nella fica e poi abbiamo riso e preso in giro don Rodrigo.
Un esame divertente, nonostante tutto.


martedì 17 luglio 2012

lunedì 16 luglio 2012

Seipercento

In palestra c'è un tizio con degli occhialoni improbabili di quelli neri e rettangolari (ultimamente sono più probabili del solito, in effetti).
L'abbiamo chiamato Seipercento perché entro Agosto vuole arrivare ad una percentuale di grasso pari al 6%.
Ti rivolge la parola per dire che stai mettendo su massa e per chiederti dove hai comprato quell'integratore.

In sala rieccheggia una voce femminile in preda ad un orgasmo, è Seipercento.


giovedì 12 luglio 2012

Immotivata rabbia.
Dicono che gli esami che ho fatto sono stati anomali, che mi è sempre andata di lusso, che di solito si deve sempre aspettare un sacco per un motivo o per un altro.
Di sicuro aspettare sette ore l'inizio di un esame è molto stancante.
La rabbia non è cosí immotivata in effetti.
Mi bruciano gli occhi ed è una cosa che detesto perché mi impedisce di stare davanti ai miei adoratissimi schermi luminosi!

Tanto per fare un po' di cronaca, qualche giorno fa, il giorno del cinema, ho preso il mio primo cocktail alcolico.
Primissimo, non amo le cose alcoliche, verso i tredici anni ho anche cercato di ubriacarmi ero curiosa, tutti dicevano che era divertente, ma ho ottenuto solo una pancia gonfia e tanta nausea, son delicata io.
Che poi mi faceva anche un po' ridere, perché ci sono mie coetanee che credono di essere delle fighe per questa storia delle cose alcoliche, fige come delle undicenni con la sigaretta in mano.

Primo post scritto dal mio MeteorTab, soddisfatta.

lunedì 9 luglio 2012

Pallidume

Io mi lamento e continuerò a lamentarmi in eterno del fatto che sto studiando, che ci sono gli esami, che sono difficili.
''Voglio andare in vacanza, non è giusto!'' e intanto penso che è così bello stare a casa ed evitare di andare in spiaggia.
Che poi il problema non è la spiaggia o il mare, io odio il sole, odio abbronzarmi e il più delle volte finisco con l'ustionarmi; se cerco di nascondermi dai raggi, loro mi trovano, sono subdoli e cattivi.
Eritema, faccia orribile (o gambe a strisce o schiena rossa con tanto di stacco bianco/rosso sul lato), pelle secca e mal di testa, poi mi chiedono perché d'estate preferisco restare pallida.
Evviva il pallore!




giovedì 5 luglio 2012

Sto evaporando.

Serata al cinema: carina, divertente.
Io faccio parte di quelle persone che al cinema danno fastidio, parlo, guardo il cellulare e faccio ''ssssssst'' agli altri.
Pregate di non imbattervi mai in me al cinema.
Il punto è che non riesco a seguire un film per troppo tempo, quando vedo un film a casa, di solito studio o faccio il sudoku o la manicure, stare seduta a guardare mi snerva.
Ma basta, chiudiamo l'argomento, ogni volta che parlo di film c'è sempre qualcuno che mi dice ''non hai visto *filmapparentementefighissimo*?!? Eresia! Devi vederlo!'', e l'infinita lista di film che devo assolutamente (dicono) vedere diventa più lunga.

Ma com'è che nessuno mi ha mai fermato dicendomi: "Un tempo anche io ero un avventuriero finché non mi sono buscato una freccia nel ginocchio"?

domenica 17 giugno 2012

Mi sveglio e penso ''oggi devo studiare''.
Sorrido e cerco di convincermi che studiare sia la cosa più bella del mondo.
Mi alzo dal letto, ordino la colazione, accendo il pc.
Inizio a giocare.

domenica 10 giugno 2012

Oh Dei!

L'esclamazione del momento.
Oh Dei!
Le mie erbette (Basilico, origano, melissa, coriandolo, timo e prezzemolo) stanno crescendo a vista d'occhio.
Oh Dei!
Sbatto contro una porta/mobile/muro.
Oh Dei!
Sto imparando a cucinare.
Oh Dei!

Il mio primo fidanzatino, oh Dei, era così carino da piccolo, aveva degli adorabili capelli ricci, suonava la batteria (oh Dei!), aveva un sacco di giochi fighissimi e io adoravo i giochi per maschietti.
Mi scriveva le letterine d'amore, mi invitava a casa sua ed eravamo così fidanzati  che mi diceva ''l'anno prossimo ci sposiamo''.
Io pensavo ''ma questo è scemo, ho solo 6 anni!''.
Ormai ero una diva in classe, non solo ricevevo innumerevoli bigliettini dal mio amato, anche i miei compagni di classe si dilettavano con i bigliettini, ci ritraevano, eravamo famosi.
Poi ci siamo lasciati, i bei tempi in cui mi corteggiava offrendomi temperamatite con forme strane erano finiti.
Non condividevamo più le sorpresine dell'Happy Meal (e meno male, aggiungerei ora).
Io ho cambiato scuola, lui anche, credo, e non ci siamo più visti.

Non sapevo che fine avesse fatto, mi sarebbe piaciuto rivederlo, ascoltarlo di nuovo mentre suonava la batteria.
Poi un paio di anni fa scopro che mia cugina usciva con un tizio con il suo stesso nome.
Lo rintraccio su Facebook.
Facebook è il male, lo dico sempre, se non fosse esistito facebook, ora sarei molto più serena.
Guardo un po' di foto e cerco di convincermi che non è lui.
Capelli stirati o rasati, gnomo, viso scuro (fondotinta e lampade), pancia da alcolizzato.
''Fa il modello'', mi dicono.
Gli chiedo se suona ancora e mi risponde di no, come avrei potuto pensare una cosa del genere?
Ascolta cantanti napoletani, in compenso.

OH DEI!


martedì 5 giugno 2012

Oggi, dopo aver fatto tapis roulant e attrezzi con il quaderno degli appunti di tedesco in mano, credo di aver raggiunto il punto piú basso della mia carriera scolastica.
Ho perso il senso del tempo, ancora non ho realizzato che tra una settimana si parte con gli esami.

giovedì 24 maggio 2012

Per noi donne, si sa, andare dal parrucchiere non è semplice.
Ci sono grossi problemi di comunicazione per cui ti ritrovi sempre insoddisfatta.
Noi siamo difficili da accontentare e abbiamo un caos assurdo nella testa, quindi non ci viene neanche facile spiegare come vogliamo i capelli.
I parrucchieri, poi, comunicano in un modo completamente diverso: chiedi un taglio ''pochissimi centimetri, mi raccomando! Elimina solo le doppie punte!''; e ti ritrovi con la chioma dimezzata, se ti va bene.
Io ho avuto anche il problema opposto, chiedo un taglio cortissimo, do carta bianca alla tizia: ''fai quello che ti pare, ma li voglio cortissimi'' e lei mi tagliò un paio di centimetri e basta.

Consapevole di tutto questo, mi son preparata, ho studiato e sono riuscita a decidere esattamente che tipo di colore volevo e come tradurlo nel linguaggio dei parrucchieri.
Sono entrati nel panico e hanno iniziato a discutere sul colore, sul riflesso, se fare o meno delle ciocche più chiare e io, fiera della mia opera, osservavo la scena.
Hanno continuato a discutere anche dopo aver concluso la seduta e ci eravamo dichiarati tutti soddisfatti.

Un giorno porterò dal parrucchiere una copia della Testa Fonseca e gli chiederò di riprodurmi l'acconciatura.


martedì 22 maggio 2012

Sto impazzendo, non sono abituata a questi cambi; pioggia, vento, sole, nuvole, freddo, caldo.

Domani torno a casa, si spera in un clima migliore.

giovedì 17 maggio 2012

Sto passando le mie giornate alternando lo studio di materie diverse, per decidere quali esami dare: questo è il periodo di geografia culturale.
Una fabbrica di ovvietà.

Oggi pensavo ai particolari, io parlo poco, ma penso molto e osservo.
Osservo tutto quello che mi accade intorno e tendo a memorizzare ogni minimo particolare, mi piace, adoro analizzare e riflettere sul mondo che mi circonda.
Purtroppo quando ''osservo'' non credo di avere un'espressione particolarmente sveglia.
Poi, sono una ragazza e se qualcuno si mostra attento a dettagli che mi riguardano, mi sciolgo.
Come quando ricevo un complimento e rispondo, orgogliosa, ''lo so, non c'è bisogno che me lo dici'', mentre la mia faccia diventa bordeaux.

In questi giorni ho una nausea terribile.
Voglio una piantina di basilico da tenere in camera.
Torno a studiare.

sabato 12 maggio 2012

Non amo particolarmente le sculture, ma l'Ebe di Canova è una delle poche opere che amo.
Ogni volta che la guardo prende vita e inizia a camminare e saltellare.
Anche io, qualche volta, provo a saltellare, trascurando il fatto che non ho equilibrio e che sono terribilmente maldestra, finendo con il distruggere tutto quello che ho attorno.

Dovremmo girare tutte con le tette al vento.





martedì 8 maggio 2012

Il piede enorme

Oggi sono particolarmente rincoglionita.
Quando non riesco ad organizzare la mia giornata vado nel panico e finisco con l'essere ricoglionita tutto il giorno.
Questa mattina, appena sveglia, ho scoperto che le lezioni sarebbero iniziate in meno di un'ora; sono stata costretta a condensare in venti minuti quello che faccio in un'ora e mezza, non è stata una bella esperienza. Non ci sono abituata.
Tra l'altro la colazione fatta di corsa e relativamente presto mi ha provocato una terribile nausea che mi ha accompagnato allegramente per tutta la giornata.

Non amo affatto gli imprevisti, più che altro mi mettono di cattivo umore, ho quasi rovesciato il caffè addosso al tizio della pompa (che mi tendeva un agguato dietro un muretto) e quasi distrutto il mio iPod che non voleva connettersi ad internet.

Quanto odio i supermuscolosi della mia palestra. Quelli che girano per la sala sollevando pesi e urlando.
Oggi uno mi ha chiesto se gli cedevo i miei (modestissimi) pesetti per un po', se li porta e sta dieci minuti ad aggiustarsi i capelli.
Che poi, loro sono alti, grossi, muscolosi e io mi sento, non so, un folletto.
Un folletto con un piede enorme.

domenica 6 maggio 2012

Mi serve una bici, ne ho bisogno. Voglio potermi spostare liberamente senza dipendere da nessuno.
Dopo aver convinto me stessa inizio a parlarne in giro e mi è stato risposto:
- Ma non sai camminare per strada, già quando sei a piedi sei un pericolo pubblico.
- Ma sai quanto smog che respireresti? Arrivi giusto giusto all'altezza della marmitta delle macchine.
- Ma guarda che poi resti di nuovo in mutande per strada.

Ecco, era un ricordo che avevo felicemente rimosso.
Tutta colpa della mia passione per le gonne lunghe; ne avevo tantissime e fino a qualche anno fa, d'estate le indossavo ogni giorno.
Non so se capita solo a me, ma a volte faccio delle cose, rendendomi conto di andare incontro a qualcosa di infelice e ignorando le possibili conseguenze.

Mi dicono: ''Harley, che ne dici di fare un giro in bici?''
Non so, di solito sono pigra, non andavo in bici da anni, ma accettai. Prendo la bici e mi immagino con i capelli e la lunghissima, adorata gonna al vento.
Nella mia immaginazione ero davvero figa, lo ammetto.
Poi accadde l'inevitabile: quasi cado, rimanendo con la gonna all'altezza delle ginocchia e la ruota della bici foderata di tessuto arancione.
Torno a casa a piedi, con la bici sollevata quasi sulla testa per tenere la gonna su.

Mi chiedo ancora perché nessuno mi abbia scattato una foto.




venerdì 4 maggio 2012

martedì 1 maggio 2012

Musica, parliamo di musica, parliamo di quella simpatica domanda che si pone quando stai conoscendo una persona: ''che musica ascolti?''.

Ecco, io di musica non ci capisco niente, cerco di cavarmela dicendo i due gruppi che ascolto, ma come, solo due gruppi? Sì, due gruppi e poco altro, sono banale, lo so.
Poi spiego che non mi interessa, che non so distinguere i generi e che potrei vivere tranquillamente senza.
Vergogna Harley, vergogna!

A volte penso di essere semplicemente pigra, perché poi quando sono con qualcuno che di musica se ne intende, o crede di intendersene, prendo appunti, ascolto canzoni nuove e spesso mi piacciono anche.
Se qualcuno mi ispira fiducia prendo appunti su tutto, musica, giochi, libri, film.
Non parliamo di film, ho una lista chilometrica di film da vedere; ma qui il problema è che quando guardo i film voglio star comoda e questo significa che dopo venti minuti mi addormento (mi è successo anche al cinema).

Qui si muore di caldo e ci sono le zanzare, domani, che tornerò nei pressi dell'università, ci sarà anche tantissima umidità.



lunedì 30 aprile 2012

Un momento divertente

Il mio gatto che cerca di picchiare la lampada perché lo acceca.
Andare in giro con un gruppo di fotografi non è il massimo.
Soprattutto se non sei un'aspirante fotografa e se non hai dietro neanche una compatta.
Siamo andati in giro per il parco regionale alla ricerca di orchidee da fotografare; io me ne andavo in giro da sola a respirare aria pulita e ad arrampicarmi in giro: è stato rilassante.

Il problema si pone quando ti beccano sotto la ''luce giusta'' mentre tu gironzoli cercando di evitare che uno sciame d'api ti venga addosso.

''Guarda, qui con il sole dietro, sembra che hai un'aureola, vengono messi in risalto i capelli!'', mi spiega un tizio che poco prima si era preso anche la briga di controllare alcune foto scattate svogliatamente, dicendomi che sì, erano messe a fuoco bene, ma c'era troppa luce, dovevo fare qualcosa con il diaframma, gli ho risposto ''non lo so'', io non voglio esser mica una fotografa, fotografavo per noia.

Insomma, avevo un'aureola sulla testa.
La settimana scorsa avevo la faccia di una che fa le pompe, ieri di una madonna.
E ammetto che con gli orribili capelli che mi ritrovo, con la luce giusta sembro Morticia.

mercoledì 25 aprile 2012

- Mi piaci tanto, peccato che sei fidanzata...
- Eh va be', è andata così...
- Ma quindi... sei vergine?
- No, verginella solo di segno...
- Ah, ok... Me la faresti una pompa?

Ho la faccia da pompa.

sabato 21 aprile 2012

Scrivere, non scrivere, son giorni che inizio a scrivere qualcosa e poi la cancello.

Vorrei evaporare.

mercoledì 18 aprile 2012

Il peggio è passato.

Oggi ho tenuto una relazione di un'ora e mezza per professore e colleghi sulla battaglia di Canne.

Son soddisfazioni.


giovedì 12 aprile 2012

Sto giocando a Borderlands.
Che non c'entra nulla con questa tela meravigliosa se non per il nome del personaggio che uso, Lilith, che è lo stesso del soggetto del quadro, ''Lady Lilith''.
Quest'opera la beccai per caso su una piccola enciclopedia tascabile di storia dell'arte, sfogliando distrattamente le pagine. Ne restai incantata, lo fissai per ore.
Saranno i capelli rossi, che amo, sarà il modo in cui il vestito è appoggiato sul seno (che è eccessivamente grande, purtroppo), le labbra rosse, lo sguardo malinconico.

Anche ora, mentre scrivo, non posso fare a meno di fermarmi e di riguardare l'immagine.


venerdì 6 aprile 2012

Torno a casa

Tornare a casa è sempre bello, per quanto possa lamentarmi della mia città/paesello, adoro tornare a casa.
Che quelle enormi distese piatte e gialle, hanno anche il loro fascino.
Anche il vento a volte è piacevole, non se ho i capelli sciolti, però.
Potrei star lontana anni, ma i colori, i profumi del posto in cui sono cresciuta non potrò mai dimenticarli.
-La ''o'' chiusa potrei dimenticarla, ci provo almeno.-

Ho un ricordo.
Ricordo me bambina in una distesa infinita di fiori, margherite, papaveri, camomilla.
In particolare ricordo l'odore di camomilla intensissimo dell'enorme mazzo che avevo raccolto.
E ancora perdo ore ad annusare le bustine di camomilla con gli occhi chiusi, per cercare di ritornare bimba in mezzo a cespugli di fiori più alti di me.


mercoledì 4 aprile 2012

E' la primavera. Mi sta sconvolgendo, come al solito.

Alterno momenti di depressione a momenti di rabbia.
Io poi sono lunatica di mio, solo che di solito ho una gamma di stati d'animo molto più varia (allegra, saltellante, acida, pettegola, appiccicosa -questa è terribile- triste, silenziosa, chiacchiericcia).
In questi giorni sono depressa o incazzata.

Sono incazzata con il caffè, non ne sto bevendo e ho mal di testa da qualcosa come cinque giorni.
Ma capitemi, è la primavera.

venerdì 30 marzo 2012

Ariosto ci aveva preso. Aveva ragione!

Quanto odio i fidanzati gelosi.


Fu già un pittor, Galasso era di nome,
 che dipinger il diavolo solea
con bel viso, begli occhi e belle chiome;

né piei d’augel né corna gli facea,
né facea sì leggiadro né sì adorno
l’angel da Dio mandato in Galilea.

 Il diavol, riputandosi a gran scorno
se fosse in cortesia da costui vinto,
gli apparve in sogno un poco inanzi il giorno,

e gli disse in parlar breve e succinto
ch’egli era, e che venia per render merto
de l’averlo sì bel sempre dipinto;

però lo richiedesse, e fosse certo
di subito ottener le sue domande,
e di aver più che non se gli era offerto.

Il meschin, ch’avea moglie d’admirande
 bellezze, e ne vivea geloso, e n’era
sempre in sospetto et in angustia grande,

pregò che gli mostrasse la maniera
che s’avesse a tener, perché il marito
potesse star sicur de la mogliera.

 Par che ’l diavolo allor gli ponga in dito
uno annello, e ponendolo gli dica:
"Fin che ce ’l tenghi, esser non puoi tradito".

Lieto ch’omai la sua senza fatica
potrà guardar, si sveglia il mastro, e truova
che ’l dito alla moglier ha ne la fica.

Questo annel tenga in dito, e non lo muova
mai chi non vuol ricevere vergogna
da la sua donna; e a pena anco gli giova,

pur ch’ella voglia, e farlo si dispogna.



Più chiaro di così. Invece di stare a chiedervi se siete traditi dal vostro partner e tormentarvi con inutili problemi. 
Ecco, scopate! 
Una sana scopata risolve tutto. Altro che terapia di coppia (che mi sa tanto di ''accanimento terapeutico'' ma va be').






giovedì 29 marzo 2012

O chiusa.

Parliamone. Quanto è insopportabile la "o" chiusa?

Detestavo, a scuola, sentire i miei compagni che, durante le interrogazioni, usavano paroloni per sembrare vagamente intelligenti e mi piazzavano o chiuse ovunque.
Una volta la mia ormai ex-CDB mandò a puttane un'interrogazione per usare una o apertissima (o chiusissima diventa o apertissima).

Però dieci anni di o chiusa mi sono utili ora che sto studiando tedesco.

Che truia!

lunedì 26 marzo 2012

A volte ritorna l'odio verso Facebook.
Facebook ultimamente lo uso solo per chattare con mia madre e per organizzare le mie giornate con le mie colleghe.

Nei tempi morti mi capita di scorrere la pagina di FB con disinteresse, in attesa di qualcosa di interessante.
E che palle ste frasi falso-moraliste sui bambini disabili, sui bambini africani, sui bambini malati.
Sono banali, banalissime, scontate, non servono a nulla.

Ma non mi va di polemizzare, oggi ho preso il sole, o meglio, i miei infiniti piedoni hanno preso il sole.
Ho preso il sole alla fermata dell'autobus. Per un'ora.
Alla fine, che ve lo dico a fare, non è passato mica, l'autobus.
Son passati, invece, tanti allegri signori, vecchi, giovani, muratori, ciclisti che non hanno perso occasione di fissarmi.
Oserei dire, per il gusto di fissare, che poi, oggi ho messo  una maglia balorda che, fino a che stai in casa sta su perfetta, poi appena uscita inizia a calare, calare, calare, lasciando un'ampia, ampissima scollatura.
E io con le scollature non son mai a disagio, ma ho ancora un briciolo di pudore, quindi son stata tutto il tempo a tener ferme le spalline affinché stessero su.
Stavo attentissima a tenere tutto in ordine, non mi guardavano perché avevo le tette al vento.

Vi lascio con il gruppo di Atena e Marsia e torno a fare il mio dovere. Cioè studiare. Leggere.

Starei ore a guardare Atena, è praticamente perfetta. Tralasciando tutti gli infiniti discorsi sul periodo, sullo stile, su ''ma è una copia, non è l'originale'', è stupenda e tanto mi basta.

domenica 25 marzo 2012

Il Moscoforo.
Quanti adorabili ricordi, mio caro Moscoforo?
Chiunque sia un minimo appassionato di archeologia, non può non conoscerlo.
Quante volte ti ho maledetto, quando cercavo di disegnarti, mio caro Moscoforo?
E qui ci starebbe bene la mia foto da quindicenne moscofora con tanto di sorriso arcaico.
Ma ve la risparmio.

Come ho fatto a non rendermene subito conto?
Son finita a studiare archeologia quasi per caso, eppure mi sembra di aver sempre saputo che il mio destino sarebbe stato questo. Che già mi vedo armata di cazzuola e bustine alimentari (ma niente frusta, cappello, né terribili tombe maledette)


sabato 24 marzo 2012

A volte vorrei essere un uomo.
Ecco, per provare a fare la pipì in piedi e per sentire cosa si prova a ricevere una pompa (tipo ricerca sul campo, in modo da diventare anche più efficiente).

Un uomo alto, così ci aggiungiamo anche il vedere il mondo da un'altra prospettiva.

venerdì 23 marzo 2012

Ti voglio bene

Quando ero ancora una bimba (ora sono ufficialmente un'adulta, yeah!) ero più o meno innamorata di questo tizio, troppo grande e troppo lontano per me, che non perdeva occasione di ripetermi quanto fossi immatura, anonima, stupida.
Poi di tanto in tanto mi chiedeva se gli volessi bene. Io gli rispondevo di sì.

In realtà era solo un modello che volevo seguire, tanto che ogni azione era preceduta da una domanda ''lui approverebbe? lo farebbe?''.
Ma, insomma, ero innamorata, e quando un giorno mi disse che non voleva più sentirmi ci rimasi malissimo.
Promisi a me stessa che non avrei mai più detto ''ti voglio bene'' a qualcuno, almeno non subito.

E infatti da allora l'avrò detto a tre o quattro persone, le uniche (ma ho un paio di persone sulla buona strada per il ''ti voglio bene'') che son riuscite a guadagnare la mia fiducia.
Io amo e amo amare, non conosco mezze misure, o amo o odio.
Mi viene difficile ammetterlo, ma lo dimostro.
Ormai non dico più ''ti voglio bene'' per far piacere a qualcuno, lo dico solo per me.
Lo dico per minacciarmi, perché non sono molto brava a conservare le ''amicizie''.

Ma voi mi ci vedete in palestra, mentre cerco di arrampicarmi su degli altissimi attrezzi?
Certe volte mi sento particolarmente gnoma.
Ho le tette che si gonfiavano e si sgonfiavano. Ora con la pillola si stanno solo gonfiando.
E la cosa non mi piace.
Ditemi quello che volete, io stavo bene nella mia seconda di qualche anno fa, ho un rapporto di odio-amore con il mio seno.
Ora mi fa anche male. Non è una cosa bella.


giovedì 22 marzo 2012


A volte vorrei non dovermi perdere nulla...
Eppure siam sempre costretti a rinunciare a qualcosa!

martedì 20 marzo 2012

Psicanalizzando

Quanto odio la gente che cerca di interpretarti.

Non so, è diventata una moda.
Fino a qualche anno fa c'erano i messaggi subliminali nei cartoni animati della Disney, oggi son tutti alla ricerca di messaggi subliminali in quello che dici o fai.

Una volta, una persona mi fece notare che ero una persona potenzialmente cattiva, che tutti lo eravamo, perché che ne sapevamo, noi, se qualcuno ci amava in segreto? Che ne sapevamo se, senza farlo volutamente, avevamo fatto soffrire qualcuno?
In effetti l'osservazione non è sbagliata (io ero innamoratissima della carogna di cui sopra e lui faceva finta di non saperlo), ma io osservai (e mi maledivo) che non era colpa dell' ''amato'' se l' ''amante'' non diceva nulla o non faceva nulla per dimostrare il suo amore.

Insomma, il discorso è simile.
Pensateci, se una cosa è importante, perché non dirla subito? Non è controproducente cercare di nasconderla ma di fare in modo che l'altro sospetti che ci sia qualcosa di nascosto, eccetera eccetera?
Che poi non sempre chi ci è di fronte è così sveglio da intuire che c'è qualcosa di più dietro un gesto o una parola.




sabato 17 marzo 2012

Mi sento piena di sfumature.
Non so se son io che non sono normale, ma certe volte ho comportamenti estremamente contraddittori tra loro.

Ecco perché detesto che la gente mi dica come sono.

Siamo mica statici, non possiamo comportarci allo stesso modo con tutti e in tutte le situazioni.

Io parlo poco e sono timida. Timidissima.
Eppure in qualche caso mi son trovata a chiacchierare con gente appena conosciuta senza mostrare alcun segno di imbarazzo o di conigliaggine (i conigli si nascondono, io anche.).
A volte sono menefreghista e acida, a volte estremamente fastidiosa, a volte smielata e tenera.
A volte sono seria e composta, due minuti dopo saltello allegramente.
Da piccola giocavo con le barbie, ma custodivo gelosamente una cesta piena di personaggi di cartoni animati ''da maschi'' (un bustone con i personaggi dei cavalieri dello zodiaco, avevano anche le armature di metallo.).
La fabbrica dei mostri, quanto era bella la fabbrica dei mostri?

Ho sempre cercato di non essere.
Potrei dire di non voler essere neanche ''donna'' -ma neanche ''uomo'', sia chiaro!-.
Perché cerchiamo sempre di etichettarci, di porre dei limiti? Io la trovo una cosa senza senso.
Io mi sentirei in gabbia, dovendo decidere di essere qualcosa, è già tanto faticoso essere me, purtroppo non credo di potermi liberare da me stessa.

Il punto è (questo doveva essere un post breve, come al solito mi lascio prendere dai miei discorsi assurdi) che di solito ci si chiede ''come sei? descriviti!'' e si parte nel 99% dei casi con ''sono solare''. Che significa solare? Mi chiedo.
Comunque, io odio le descrizioni.
Che poi finiscono sempre per essere tutte uguali.
C'è chi dice ''sono carino, dolce e simpatico'' e chi dice ''sono stronzo, paranoico e acido''.
Non c'è niente di peggio delle descrizioni. Sono solo falsità che, tra l'altro, non ci migliorano neanche, riducendo la nostra personalità a 3-4 aggettivi.

Ho ripreso la pillola anticoncezionale.
Un applauso, grazie.



giovedì 15 marzo 2012

Mais... boum!
Quand notre coeur fait boum
Tout avec lui dit boum
Et c'est l'amour qui s'éveille

Ecco, mi sento ''boum''!
Per diversi motivi, tanti motivi.
Ecco mi viene in mente Jacopone da Todi, che non è che mi stia tanto simpatico, però in qualcosa ci aveva visto giusto:

O jùbelo del core,
che fai cantar d’amore!

Quanno jùbel se scalda,
sì fa l’omo cantare;
e la lengua barbaglia
e non sa che parlare:
dentro non pò celare,
tanto è granne ’l dolzore!

Quanno jùbel è acceso,
sì fa l’omo clamare;
lo cor d’amore è appreso
che non pò comportare;
stridendo el fa gridare,
e non vergogna allore.

Quanno jùbelo ha priso
lo cor ennamorato,
la gente l’ha ’n deriso
pensando suo parlato,
parlando smesurato
da che sente calore.

O jùbel, dolze gaudio,
ched entri ne la mente,
lo cor deventa savio
celar suo convenènte;
non pò esser sofferente
che non faccia clamore.

Chi non ha costumanza
te reputa ‘mpazito,
vedendo svalianza
com’om ch’è disvanito:
dentr’a lo cor ferito
non se sente da fore.

Ecco, volevo metterne un pezzo, ma non avrebbe reso l'idea.
Ancora una volta tralascio tutti quei dettagli che si possono tranquillamente trovare in qualsiasi libro di letteratura italiana.
In ogni caso, questa poesia rende in modo molto efficace il mio stato d'animo.
Sarà la primavera.



martedì 13 marzo 2012

Allegoria del Trionfo di Venere

E' inquietante ma bellissimo.
E' un dipinto di Agnolo Bronzino, Wikipedia mi dice, pittore manierista del primo Cinquecento.
Come da titolo, è un'allegoria, ma non starò qui a fare una lezione di storia dell'arte, quindi se volete saperne di più vi rimando ad un buon libro oppure fatevi una ricerchina su Google.

Che brutto mondo che viene descritto.
Un mondo bellissimo, che sfiora la perfezione. Ma brutto dentro.
Adoro l'espressione del puttino dietro Venere: è grottesca su un viso che, invece, dovrebbe essere così innocente.

Penso a quanto sia attuale tutto questo. Quante volte cerchiamo di dimostrare agli altri di avere una vita praticamente perfetta, nascondendo dietro un telo l'effettiva realtà?
Non so perché cerchiamo sempre di cambiare quello che siamo realmente, sempre convinti di non andar bene agli altri.
Io sono convinta che, alla fine, chi ci circonda se ne frega poco di quello che siamo o di quello che facciamo, soprattutto se non ci nascondiamo dietro un idillico e falso siparietto che maschera il nostro vero essere.
Tutti hanno pregi, difetti, a volte sono felici e a volte sono tristi, abbiamo momenti di gioia e molto spesso non mancano i problemi, mostrare di avere una vita perfetta è irreale ma soprattutto non ci rende preparati alle difficoltà.



lunedì 12 marzo 2012

Mi capita sempre.

Quando mi fisso con qualcosa, penso continuamente e inizio a discutere con me stessa, intavolando discorsi senza fine nella mia testa.

Ieri sera mentre guardavo una galleria di immagini, mi è venuto in mente questo:


Guardando questo quadro, ho sempre avuto la stessa sensazione.

Mi sento persa.

Sento il caos attorno a me. 
E' come se fossi circondata da milioni di persone sconosciute.
Mi sento isolata da tutto e da tutti, in mezzo al caos.


domenica 11 marzo 2012

Galleggiare.

Galleggio e penso.

Anzi, immagino di galleggiare e penso; sotto il sole, in silenzio.

E' Sabato...

E' sabato e io sto a casa e rifletto.

Rifletto sul riflettere in realtà, perché molte volte mi perdo proprio tra i miei pensieri, ma poi ne esco e me ne distacco come se non fossero miei.
Decisione presa con difficoltà, quella di rendere, per una volta, questo diario, partecipe di un mio pensiero.
Non scrivo per sfogo, per scaricare la tensione, per rilassarmi.
Scrivo per il piacere di scrivere.
Perché, non so se si vede, scrivere mi piace tanto, ma non lo faccio quasi mai; forse in un altro momento approfondirò la cosa, per ora non mi va.

Narcisi, volevo parlare dei narcisi.
Ero da sola e girovagavo tra le piante in esposizione all'ikea quando mi son trovata di fronte a una ventina di narcisi gialli. Bellissimi.
Il giallo, tra l'altro, è un colore che proprio non mi piace, ma quanto è bello il giallo dei narcisi?

Inutile dirlo, ho subito pensato a ''I wondered lonely as a cloud'' ritornando indietro nel tempo di un anno, più o meno, quando ripetevo le sensazioni e le emozioni che il nostro William era riuscito a esporre in così poche parole,  frasi che tentavo disperatamente di imparare a memoria per l'interrogazione di inglese e che non mi davano nessuna emozione.

Io a scuola ho imparato poco. Quasi niente, oserei dire. Forse perché tutto quello che mi interessa, lo imparo da sola.
A scuola non si può imparare a provare emozioni.

Non penso che mi capiterà mai di vedere un campo di narcisi, chissà se esistono davvero e se davvero sono così belli.
Descrivere un'emozione non è facile, io sono molto poco abile in questo. Come facevi, Willy?
Mi son sentita leggera, leggerissima, ho chiuso gli occhi, sentivo una dolce melodia, un profumo fresco e tanta confusione nella mia testa.
Immaginavo tante sensazioni diverse e pensavo a come una semplice poesia potesse provocarmi tutto questo. Non ricordavo neanche le parole, o meglio, ricordavo qualche parola e una serie di immagini, suoni e profumi che la mia mente aveva immaginato mentre studiavo, quando si distraeva e viaggiava per conto suo, dimenticando che ''era tardi e dovevo finire al più presto''.

Dare ordine ai miei pensieri è impossibile. Scriverei ancora, ma sarebbero frasi sconnesse tra loro.
E' una cosa che faccio spesso, vengo anche sgridata, mi dicono che cambio discorso senza motivo.
Riesco a mantenere l'ordine fino a quando voglio mostrarmi solo superficialmente, un po' come quando si nasconde tutto il disordine dentro l'armadio in attesa degli ospiti.

Buonanotte.