venerdì 23 marzo 2012

Ti voglio bene

Quando ero ancora una bimba (ora sono ufficialmente un'adulta, yeah!) ero più o meno innamorata di questo tizio, troppo grande e troppo lontano per me, che non perdeva occasione di ripetermi quanto fossi immatura, anonima, stupida.
Poi di tanto in tanto mi chiedeva se gli volessi bene. Io gli rispondevo di sì.

In realtà era solo un modello che volevo seguire, tanto che ogni azione era preceduta da una domanda ''lui approverebbe? lo farebbe?''.
Ma, insomma, ero innamorata, e quando un giorno mi disse che non voleva più sentirmi ci rimasi malissimo.
Promisi a me stessa che non avrei mai più detto ''ti voglio bene'' a qualcuno, almeno non subito.

E infatti da allora l'avrò detto a tre o quattro persone, le uniche (ma ho un paio di persone sulla buona strada per il ''ti voglio bene'') che son riuscite a guadagnare la mia fiducia.
Io amo e amo amare, non conosco mezze misure, o amo o odio.
Mi viene difficile ammetterlo, ma lo dimostro.
Ormai non dico più ''ti voglio bene'' per far piacere a qualcuno, lo dico solo per me.
Lo dico per minacciarmi, perché non sono molto brava a conservare le ''amicizie''.

Ma voi mi ci vedete in palestra, mentre cerco di arrampicarmi su degli altissimi attrezzi?
Certe volte mi sento particolarmente gnoma.

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