sabato 17 marzo 2012

Mi sento piena di sfumature.
Non so se son io che non sono normale, ma certe volte ho comportamenti estremamente contraddittori tra loro.

Ecco perché detesto che la gente mi dica come sono.

Siamo mica statici, non possiamo comportarci allo stesso modo con tutti e in tutte le situazioni.

Io parlo poco e sono timida. Timidissima.
Eppure in qualche caso mi son trovata a chiacchierare con gente appena conosciuta senza mostrare alcun segno di imbarazzo o di conigliaggine (i conigli si nascondono, io anche.).
A volte sono menefreghista e acida, a volte estremamente fastidiosa, a volte smielata e tenera.
A volte sono seria e composta, due minuti dopo saltello allegramente.
Da piccola giocavo con le barbie, ma custodivo gelosamente una cesta piena di personaggi di cartoni animati ''da maschi'' (un bustone con i personaggi dei cavalieri dello zodiaco, avevano anche le armature di metallo.).
La fabbrica dei mostri, quanto era bella la fabbrica dei mostri?

Ho sempre cercato di non essere.
Potrei dire di non voler essere neanche ''donna'' -ma neanche ''uomo'', sia chiaro!-.
Perché cerchiamo sempre di etichettarci, di porre dei limiti? Io la trovo una cosa senza senso.
Io mi sentirei in gabbia, dovendo decidere di essere qualcosa, è già tanto faticoso essere me, purtroppo non credo di potermi liberare da me stessa.

Il punto è (questo doveva essere un post breve, come al solito mi lascio prendere dai miei discorsi assurdi) che di solito ci si chiede ''come sei? descriviti!'' e si parte nel 99% dei casi con ''sono solare''. Che significa solare? Mi chiedo.
Comunque, io odio le descrizioni.
Che poi finiscono sempre per essere tutte uguali.
C'è chi dice ''sono carino, dolce e simpatico'' e chi dice ''sono stronzo, paranoico e acido''.
Non c'è niente di peggio delle descrizioni. Sono solo falsità che, tra l'altro, non ci migliorano neanche, riducendo la nostra personalità a 3-4 aggettivi.

Ho ripreso la pillola anticoncezionale.
Un applauso, grazie.



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